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Quanto realizzato sotto forma di modello CAD, non si propone di rappresentare
fedelmente l’effettiva sistemazione di bordo del l’impianto in oggetto,
bensì si tratta di una sistemazione di prima approssimazione che vuole
tracciare le linee di principio per quello che dovrà essere il “piping”
definitivo. Per tale operazione sarà necessario conoscere l’ubicazione
e gli ingombri di tutti gli impianti, compresi i cablaggi, al fine di procedere
con una successiva ottimizzazione degli spazzi per la definitiva realizzazione.
Per semplicità abbiamo tenuto conto del solo ingombro dei macchinari
che potevano causare interferenze con le tubature e che costituivano un vincolo
di progetto rispetto all’impianto di governo. Sono stati dunque modellati
anche i seguenti elementi:
Si è posta particolare attenzione alle sistemazioni nella zona poppiera
del locale M.E.P., dove si è localizzata la più alta concentrazione
di impianti e tubature. Qui la sistemazione delle tubature e delle valvole dovrebbe
ricalcare, con buona approssimazione, quella definitiva.
Il posizionamento delle valvole e dei tubi è stato studiato in modo da
ottimizzare i seguenti fattori:
Ad evidenziare l’aspetto riguardante la facilità di accesso alle manovre del sistema, portiamo come esempio quello delle valvole che chiudono l’alimentazione idraulica sia per il circuito vitale che per quello ordinario. Qui le valvole sono state affiancate, quattro a quattro, con ampio spazio per la manovra sufficiente all’uso di eventuali attrezzi utilizzabili per l’intervento sulle varie diramazioni del circuito. Lo stesso principio è stato adottato per le valvole di intercettazione del comando manuale d’emergenza.
La modellazione C.A.D. non si è spinta oltre la rappresentazione schematica delle geometrie di molti dei componenti realizzati. Le valvole in particolare sono state rappresentate con forme particolarmente semplificate, questo per non sovraccaricare le limitate risorse di calcolo a noi disponibili.
La disposizione a “X” dei timoni ci ha portato all’installazione
di quattro torchi indipendenti. Le ragioni sono state già spiegate precedentemente.
Questo ha comportato lo studio di una sistemazione ottimale per i torchi e lo
studio di un manovellismo che permettesse di realizzare l’accoppiamento
nei ridotti spazzi concessi dalla poppa dei sommergibili classe Sauro. Il risultato
ha visto la realizzazione di un sistema tipo “biella manovella”
dimensionato per la rotazione dell’asse del timone di +/-35°, molto
più di quello che gli scontri meccanici permettano effettivamente. Il
posizionamento dei torchi è stato fatto in modo da mantenerne l’asse
parallelo a quello propulsivo, evitando di andare ad interferire con la cassa
assetto di poppa e il cuscinetto reggispinta, inoltre semplificando la realizzazione
dei coni di attraversamento delle casse zavorra.
Nella realizzazione della struttura porta timoni è stata fatta particolare
attenzione nel cercare di non modificare drasticamente quella preesistente sul
battello.
Non sono state riscontrate invece difficoltà nella realizzazione dei
circuiti idraulici, dove è stato curato l’aspetto della facilità
di accesso alle valvole (come già detto in precedenza) e la riduzione
degli ingombri, localizzando le tubature al di sotto dei paioli e accostati
alle ossature dello scafo resistente.
La consolle di comando in camera di manovra, rispetta la fisionomia delle attuali
consolle imbarcate sui battelli della classe “Sauro” IV serie, con
apportate le modifiche che la adattano al controllo dei timoni a “X”.
Sono state aggiunte lei cinque leve per il comando manuale d’emergenza,
quattro di manovra (una per timone) e una di comando (innesco/disinnesco comando
manuale).
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