Main > Navale > Impainto Timone a X di un SSHK > Principi di funzionamento degli idroplani a "X".
Per manovrare in quota o sul piano orizzontale occorrono combinazioni di movimenti sincroni dei timoni. Per virare, quindi, occorre ruotare i timoni intorno ai loro assi nello stesso verso così che le componenti della portanza sul piano orizzontale siano concordi mentre sul piano verticale si annullino a vicenda. Per immergere il battello, invece, la rotazione dei timoni di dritta e sinistra deve avvenire in senso opposto, così che le componenti orizzontali si elidano e quelle verticali si sommino.
Esempi di manovra verticale (video)
Esempi di manovra orizzontale (video)
Gli idroplani possono allora essere connessi a croce in prossimità dell’asse
scafo con un giunto comune in modo tale da permettere ad ogni coppia di superfici
portanti opposte (con assi paralleli) di muoversi all’unisono con l’altra,
ma secondo un proprio verso di rotazione. Il giunto deve garantire l’indipendenza
meccanica delle due coppie di timoni, in maniera tale che, qualora una di esse
risultasse danneggiata, l’altra possa essere manovrata per annullare gli
effetti delle componenti delle forze nel piano orizzontale o nel piano verticale
scongiurando una immersione accidentale. Dovendo però gli assi essere
tutti complanari, tale soluzione comporta una congestione degli spazi nel cono
poppiero (che nei “Sauro” è piuttosto stretto) evitando l’interferenza
tra il giunto e la linea d’assi dell’elica.
Un’altra soluzione vede meccanismi di attuazione separati per ognuna delle
quattro superfici. Essa richiede un sistema di controllo più sofisticato,
ma in grado di ottenere movimenti indipendenti dei timoni. Ne risulta una maggior
ridondanza e la possibilità di contrastare il fenomeno di “Snap
roll”, cioè lo sbandamento del battello che si registra in virata
a causa delle forze idrodinamiche che si generano sulla vela e che influisce
anche sulla quota a causa della variazione degli angoli di incidenza degli idroplani
rispetto alla direzione dei filetti fluidi.
Noi abbiamo scelto quest’ultima soluzione, perché è quella
meccanicamente più semplice e obbiettivamente più versatile.
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